Economia, tutti i settori con segno meno: si salva solo l’agroalimentare – BolognaToday

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Inflazione e aumento dei tassi di interesse fanno rallentare l’economia dell’Emilia-Romagna.  Le politiche di reshoring portate avanti dagli Stati Uniti che vogliono portare a casa personale o servizi esternalizzati e delocalizzati e l’industria tedesca sarebbero tra le cause della battuta d’arresto, essendo Usa e Germania i principali mercati per i prodotti regionali, come emerge dallo studio du Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria e Intesa Sanpaolo, presentato oggi, come riporta la Dire. 

Segni meno da gennaio a marzo

Tutti i settori sarebbero colpiti, a eccezione dell’agroalimentare. Fra gennaio e marzo le pmi hanno avuto una flessione della produzione del 3,7%, fatturato – 3,5%, -1,1% il fatturato estero. Gli ordini complessivi sono risultati in calo del 2,1%, stabili quelli provenienti dall’estero. Di conseguenza il tasso di utilizzo degli impianti è sceso al 75%, mentre il periodo di produzione assicurato dalle commesse è di qualche giorno inferiore ai tre mesi.

A soffrire di più le industrie piccole, fino a nove dipendenti, per le quali la produzione è diminuita del 4,7% e gli ordini del -4,6%, flessione doppia rispetto alla media, ma rallenta anche la produzione delle imprese medio-grandi, scesa del 2,8%.

Da evidenziare il positivo andamento degli ordini esteri acquisiti dalle industrie con più di 50 dipendenti, aumentati dell’,5%.

Industria alimentare e moda

Segni positivi nell’industria alimentare: la produzione nei primi tre mesi dell’anno è aumentata dell’1,6%, il fatturato dell’1,5%. Per le industrie della moda è stato un inizio d’anno molto difficile: il fatturato è diminuito mediamente del 9%, anche se quello estero ha perso molto meno, -1,6%. La produzione è diminuita del 9,8% e gli ordini hanno avuto la stessa battuta di arresto, limitata al -1,8% per gli ordini dall’estero.

Metallurgia e meccanica

Nell’industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche il fatturato è diminuito del 4,8%, quello estero dell’1,6%. La produzione è diminuita del 4,1%, gli ordini del 3,9%, quelli dall’estero dell’1,6%, flessioni minori rispetto a quelle rilevate a fine 2023.

Le industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto hanno visto ridurre il fatturato del 2,9%. Meglio il fatturato estero cresciuto del +0,6%. La produzione ha segnato un -3,9%. Gli ordini sono rimasti sostanzialmente invariati, ma quelli esteri hanno avuto una netta inversione di tendenza segnando +2,2%. 

Esportazioni 

Secondo i dati Istat nell’inverno 2024 le esportazioni manifatturiere emiliano-romagnole si sono ridotte del 3,1 (oltre 20,3 miliardi di euro, corrispondenti al 13,5% dell’export nazionale). L’Europa assorbe due prodotti su tre fra quelli venduti all’estero dalle imprese emiliano-romagnole. Vendite che nei primi tre mesi del 2024 sono diminuite del 5,9%, rallentamento che perdura da ormai un anno.

Le esportazioni verso l’Unione europea sono diminuite del 6,2%, quelle verso l’area euro, che rappresentano il 40% del totale delle esportazioni regionali, hanno segnato un -5,2%.

Ha inciso fortemente il -5,9% di export verso la Germania, e si è ridotto anche il mercato francese (-6,2%), mentre i mercati americani, che coprono oltre il 17% del totale dell’export regionale, sono nuovamente e moderatamente aumentati (+1,7%).

Occupazione e mercato del credito

L’Istat registra nel primo trimestre 2024 un arretramento rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso (-1,7%, -9.612 unità), mentre, certifica Confindustria, c’è una crescita del ricorso agli ammortizzatori sociali.

Il mercato del credito continua a essere condizionato dalla domanda ridotta e dai rischi. Nella prima parte del 2024, come emerge dal report di Intesa Sanpaolo, i prestiti alle imprese sono rimasti in riduzione in Emilia-Romagna, come nel resto del sistema nazionale. I prestiti all’industria continuano a tenere meglio che nel resto d’Italia, segnando un calo meno intenso, del 4,8% rispetto al -8,2% a livello nazionale. I dati hanno confermato una minore riduzione dei prestiti alle imprese più grandi (con oltre 20 dipendenti) rispetto al calo di quelli alle imprese più piccole.

Previsioni 

Secondo la stima di metà aprile di Prometeia, nel 2024 l’industria regionale dovrebbe riprendersi leggermente (+0,4%) per avviare poi un nuovo ciclo positivo dal 2025. Il 2024 dovrebbe chiudersi con un risultato in termini di valore aggiunto reale dell’industria superiore del 9,4% rispetto a quello del 2007.

June 24, 2024 at 04:29PM

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