Il clima che cambia fa male alla salute, ma possiamo proteggerci. Ecco come – Corriere della Sera
https://ift.tt/zEJcp9s
diElena Meli
Dalle influenze fuori stagione alla stanchezza da caldo, dalle allergie senza tregua ai crampi muscolari: gli effetti del cambiamento climatico e le abitudini da modificare per vivere meglio
Sarà l’estate più calda di sempre. Se vi pare di averlo già sentito, è normale: da anni ogni estate è più bollente di quella prima. E la faccenda sta iniziando a preoccuparci non poco: stando a un’indagine condotta da Assosalute, l’Associazione farmaci di automedicazione di Federchimica, otto italiani su dieci si chiedono quanto impatti sulla salute il cambiamento climatico e uno su due ritiene che le conseguenze possano essere gravi per tutti, non solo per chi è più fragile.
Lo studio: i decessi dovuti al caldo
La sensazione degli italiani è giusta: l’ultimo Report europeo di The Lancet Countdown on Health and Climate Change, pubblicato a metà maggio, ha sottolineato che il cambiamento climatico è già qui, e uccide. Letteralmente: soprattutto in Europa meridionale, Italia compresa, i decessi correlati al caldo sono aumentati dell’11 per cento, con un impatto particolarmente evidente nelle fasce svantaggiate della popolazione. L’aumento delle temperature, peggiorato dall’inquinamento, sta favorendo inoltre la diffusione di malattie infettive portate da zanzare o zecche, i cui habitat e periodi di "attività" si stanno allargando, e sta allungando le stagioni allergiche; il clima che cambia, inoltre, può avere effetti negativi perfino su malattie non trasmissibili come diabete, obesità o tumori, perché si sono allungate le fasce orarie in cui diventa proibitivo muoversi all’aperto e questo favorisce la sedentarietà.
Conseguenze per la salute
L’indagine italiana di Assosalute conferma che il cambiamento climatico sta contribuendo a provocare qualche guaio di salute: il 75 per cento per esempio dice di sentirsi più stanco rispetto al passato per colpa del gran caldo, il 60 per cento afferma di avere più spesso di prima malesseri dovuti a sbalzi di temperatura, influenze fuori stagione, disturbi da disidratazione. «Le trasformazioni a cui stiamo assistendo e che portano a conseguenze sulla salute sono tante», spiega Claudio Cricelli, presidente emerito della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie. «La fioritura delle piante o la stagionalità dei pollini cambiano, con conseguenze sul calendario delle allergie, ma si sta modificando anche l’andamento delle epidemie: a volte i picchi si verificano in periodi anticipati, come accaduto quest’anno con l’influenza che ha avuto il suo massimo a dicembre anziché gennaio/febbraio. Negli ultimi mesi e anni poi abbiamo osservato picchi di malattie respiratorie acute particolarmente evidenti in aprile, con sintomi che persistono per un periodo più prolungato, anche due o tre settimane».
Un legame con il cambiamento climatico sembra assai plausibile e la ricerca scientifica sta cercando di comprenderlo a fondo, per riuscire anche a trovare i migliori mezzi per contrastarlo.
Come proteggersi
Non si tratta soltanto di seguire le regole d’oro per resistere al caldo, come bere di più, «alleggerire» la dieta, esporsi meno possibile alle alte temperature e al sole diretto o magari aiutarsi con prodotti da banco specifici per i piccoli disturbi estivi, dalla stanchezza ai dolori muscolo-scheletrici (per i consigli pratici si può consultare il sito di Assosalute dedicato all’automedicazione): l’obiettivo è, come spiega Cricelli, «Diventare consapevoli dell’innalzamento delle temperature e prepararsi ad affrontare stagioni più lunghe di caldo in modo adeguato, tenendo conto delle diverse esigenze legate all’età e al proprio quadro clinico di partenza. Ogni stimolo esterno suscita una reazione, ma esistono limiti alla nostra capacità di adattamento: possiamo vivere in ambienti estremi, come gli ambienti polari o equatoriali, ma vi è un punto oltre il quale perdiamo il controllo. È cruciale, dunque, lavorare sulle circostanze ambientali per impedire il superamento di tali limiti e per aiutare il nostro organismo a gestire meglio i cambiamenti, tenendo conto dell’età e delle fragilità individuali».
Dobbiamo insomma adattare i comportamenti e le scelte della vita quotidiana alle nuove condizioni climatiche: da un uso differente del condizionamento e riscaldamento alla rivalutazione della siesta, tanti possono essere i piccoli e grandi cambiamenti che dovremo fare. Con un occhio di riguardo a chi è più fragile, come gli anziani, i bambini o chi ha numerose malattie, perché la loro capacità di adattamento è inferiore: «I più vulnerabili dovrebbero cercare ambienti freschi e ombreggiati, evitando di esporsi al sole durante le ore più calde e prestando particolare attenzione all’alimentazione e all’idratazione, che è fondamentale per tutti. Occhio infine ai farmaci che si assumono, consultando il medico per ottenere indicazioni specifiche su come gestirli in relazione alle variazioni climatiche», conclude Cricelli.
8 luglio 2024
© RIPRODUZIONE RISERVATA
July 8, 2024 at 01:10PM