Segnali di fallimento – Nextville
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L’adattamento climatico è inevitabile per imprese e società anche perché l’obiettivo di 1,5° è già oggi un fallimento conclamato
Partiamo da una considerazione: l’Accordo di Parigi è un fallimento. Ho chiuso l’editoriale precedente con una serie di dati sul clima. Questi: emissioni climalteranti equivalenti che hanno superato i 40 miliardi di tonnellate/anno, concentrazione di CO2 il 24 giugno 2024 a 427,33 ppm (era 423,35 ppm un anno prima con un +0.94%), aumento della temperatura media degli ultimi dodici mesi di 1,63 °C. Oggi 10 luglio siamo al tredicesimo mese più caldo di sempre e, secondo l’osservatorio Copernicus, abbiamo raggiunto i + 1,64 °C. Nel frattempo i “negoziati” sul clima procedono, o meglio, non procedono e sono in stallo. Ma i segnali che arrivano dal mondo imprenditoriale e della finanza sono netti e precisi. Ne voglio elencare solo due, anche se in realtà con buona parte di questi segnali si potrebbe realizzare un volume dedicato. Il recente rapporto “We’re doomed, now what?”, pubblicato dal Blue Shift Institute di Arthur D. Little (ADL) sull’adattamento climatico da parte delle imprese, delinea cinque scenari di adattamento e identifica le tecnologie su cui focalizzarsi, proponendo l’adattamento come priorità rispetto alla mitigazione. Il rapporto si basa su uno studio durato quattro mesi, strutturato su 40 interviste a dirigenti, esperti, venture capitalist e start-up e su due sondaggi a 70 partecipanti a livello mondiale, il tutto con la collaborazione dell’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (WIPO) delle Nazioni Unite. L’obiettivo è quello di comprendere le sfide di adattamento delle aziende e delineare gli impatti di un cambiamento climatico di +3 °C entro il 2100, in linea con uno degli scenari dell’IPCC. E qui c’è la notizia. Il mondo delle imprese inizia a prendere in (seria) considerazione non i + 1,5 °C dell’Accordo di Parigi, non i +2,0 °C pre Accordo di Parigi, e nemmeno i +2,7 °C delle più fosche previsioni dell’IPCC, ma +3° C. Secchi. E non solo: gli impatti del cambiamento climatico sono stati considerati dagli intervistati come un "dato di fatto", e nello studio sono state esplorate le implicazioni per una serie di futuri possibili, analizzate in termini di impatto. Sono state quindi identificate soluzioni di adattamento, indipendentemente dalle incertezze future, ed è sviluppata una guida per le aziende su come intraprendere il percorso di adattamento. Le sfide per le aziende saranno quattro: garantire la disponibilità di materie prime e risorse critiche; modificare i processi industriali per un clima in cambiamento; salvaguardare le risorse industriali dagli impatti climatici; vendere beni e servizi adattati alle nuove esigenze dei consumatori. Circa le tecnologie più rilevanti per il futuro, il rapporto indica che il loro valore risiede maggiormente nell’adattare tecnologie esistenti a problemi specifici e locali piuttosto che in innovazioni all’avanguardia, anche se diverse tecnologie, come l’Internet of Things (IoT) e l’intelligenza artificiale generativa (GenAI), giocheranno un ruolo chiave importante. Intanto, le aziende dovranno considerare quattro fattori chiave tutti equali: identificare i fattori critici e condurre valutazioni sito per sito; implementare una governance adeguata e stabilire nuove metriche; aggiornare le metriche finanziarie e sfruttare soluzioni di finanza mista; sviluppare ecosistemi locali di partner e accettare tempi più lunghi per gli investimenti.
Abitazioni in pericolo
E veniamo alla seconda questione. Una recente inchiesta del New York Times ha evidenziato un netto rincaro delle assicurazioni delle abitazioni statunitensi a causa degli effetti dei cambiamenti climatici negli ultimi dieci anni. Tra il 2014 e il 2024, infatti, si è arrivati in alcune zone a rincari del 70%, con delle impennate negli ultimi tre anni. A Enid, cittadina di 50.000 abitanti dell’Oklahoma, i premi assicurativi per la casa sono quasi raddoppiati, passando da 2.570 dollari del 2021 a 4.860 dollari quest’anno. E oltretutto le dinamiche delle assicurazioni seguono anche una logica finanziaria, oltre che quella principale climatica. È sufficiente cambiare Stato per osservare che, a parità di rischio, le tariffe cambiano anche di due cifre. Una differenza che, secondo le analisi scientifiche che sono alla base dell’inchiesta del New York Times, risiede nel fatto che i singoli Stati facciano o meno verifiche sulle tariffe assicurative. Tradotto: se ci si affida esclusivamente al mercato le tariffe aumentano in maniera vertiginosa. Glen W. Mulready, il commissario assicurativo eletto dell’Oklahoma, infatti, non ha mai esercitato il suo potere di negare un aumento di tariffa richiesto da una compagnia assicurativa per l’assicurazione sulla casa, e ha recentemente affermato di «essere fermamente convinto che la concorrenza, non la regolamentazione, sia il modo migliore per tenere bassi i prezzi». Nel frattempo i ricercatori hanno anche osservato che dopo grandi perdite in quegli Stati che sono rigidamente regolamentati, come la California, le compagnie assicurative nazionali tendono ad aumentare le tariffe negli Stati meno regolamentati. Tradotto: i proprietari di case in Stati con regole più deboli potrebbero pagare di più per l’assicurazione, sovvenzionando di fatto i proprietari di case in Stati con regole più severe. Ovviamente, il mercato sfrutta qualsiasi nicchia possibile fino alla fine. Il problema che si porrà a breve è che si sta creando una nuova classe di proprietari di abitazioni negli Stati Uniti che a breve non potrà più permettersi l’assicurazione sugli immobili, e con il diffondersi degli eventi estremi, anche in zone per ora poco interessate, potrebbero formarsi vaste aree scoperte dalle assicurazioni, dove anche un fenomeno di media intensità porterebbe ampi strati della popolazione a sprofondare nella povertà a causa della distruzione permanete della propria casa, sulla quale magari sta ancora pagando il mutuo. Si assisterà all’emergere di una nuova figura sociale relativa alla povertà: la lack insurance poverty.
July 10, 2024 at 10:46AM