Materie naturali e lavoro a mano, la bioedilizia di epoca romana torna nel presente – Libertà
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La storia diventa presente. Le conoscenze degli antichi romani tornano attutali per costruire case, pavimenti e strutture totalmente ecosostenibili grazie all’utilizzo di materie prime naturali e di recupero.
Pavimenti e rivestimenti in pastellone, tecnica che comporta la realizzazione di rivestimenti a più strati composti da calce naturale alla quale viene aggiunto del cocciopesto ottenuto dalla frantumazione o macinazione di laterizi, come vecchi pietre, mattoni o tegole. Tutto rigorosamente a mano come spiega Andrea Fulgoni, artigiano e imprenditore edile con la passione per la storia e la bioedilizia.
“Cocciopesto, grassello di calce, calce viva sono tutte tecniche che richiedono l’utilizzo di pietre e prodotti offerti dalla natura – spiega Fulgoni – che lavorati a mano diventano elementi per ricette utili a realizzare pavimentazioni e strutture che guardano all’epoca romana e allo stesso tempo riescono ad essere incredibilmente innovative”.
Cos’è il cocciopesto?
Il cocciopesto è un rivestimento murale a base di puro grassello di calce aerea addizionata a polvere ottenuta da coppi e laterizi frantumati. Un composto capace di aumentare la resistenza all’acqua grazie alle ottime proprietà idrorepellenti. Si tratta di una tecnica fenicia adottata dagli antichi Romani, soprattutto nella realizzazione di acquedotti, cisterne, strade, pavimenti e terme.
Una tecnica che nonostante siano passati centinaia di anni resta incredibilmente attuale diventando bandiera di un artigianato che dà il giusto valore al tempo valorizzando i materiali che offre la terra.
Fulgoni insieme al maestro Danilo Dianti e diversi altri appassionati fa parte di un’associazione culturale che si chiama “Nel nuovo mondo” attraverso la quale vengono organizzati laboratori promossi anche in vecchi casolari e case di proprietà offrendo l’opportunità a tutti di riscoprire le vecchie conoscenze tramandate dall’epoca romana a oggi.
Da un frammento storico a un pavimento con tecniche naturali
“Siamo riusciti a ricreare un pavimento romano partendo da un frammento storico che abbiamo ritrovato nel Piacentino” spiega con il giusto entusiasmo Fulgoni mentre si trova a un corso organizzato in una dimora nel comune di Carpaneto dove, insieme ad alcuni appassionati stanno ricreando un pavimento – scusate la ripetizione – completamente a mano e utilizzando tecniche antiche quanto Giulio Cesare.
“Un’idea nata coltivando una passione e il desiderio di riportare alla luce tecniche antiche e materiali che nel corso degli anni sono totalmente scomparse – commenta il maestro Danilo Dianti -. “La pratica del cocciopesto prevede un impasto con protagonista la calce viva che a contatto con l’acqua scagiona un forte potere isotermico e inizia a scaldarsi, perciò è come fare un grande pentolone di minestra in cui inseriamo laterizi macinati, dell’aceto, dello zucchero e della cellulosa”.
Rispetto dell’ambiente
Da dove nasce questa passione per tecniche che arrivano da così lontano? ” Da una vita di lavoro che nel mio caso è iniziata ad appena 12 anni quando accompagnavo nei cantieri mio padre – risponde Dianti, muratore e artigiano originario di Cuneo -. Ho sempre cercato di utilizzare tecniche naturali. Attualmente tutti i materiali che propongo sono prodotti di miscele naturali. Tecniche affascinati che rispettano l’ambiente e che cerchiamo di divulgare in tutta Italia”.
La storia si rinnova e ha il sapore di futuro
Danilo Dianti ha una esperienza utraventennale nell’utilizzo di pitture e intonaci esclusivamente naturali. Durante il corso promosso nella campagna di Carpaneto è stato possibile assistere al ciclo completo della preparazione dell’intonaco proprio come facevano gli antichi romani. La storia si rinnova e oltre al sapore di calce, sa anche un po’ di futuro.
July 14, 2024 at 04:37AM