Ecco come il cambiamento climatico sta sconvolgendo le operazioni della NATO – Energia Oltre
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L’analisi mostra che gli alleati della NATO stanno già sperimentando gli effetti del cambiamento climatico sotto forma di eventi meteorologici estremi, tra cui inondazioni, ondate di caldo e incendi
Un nuovo rapporto mostra che la NATO sta prestando maggiore attenzione ai rischi per la sicurezza derivanti dal cambiamento climatico, insieme alle implicazioni del riscaldamento nell’Artico. L’alleanza per la sicurezza, fondata 75 anni fa, ha capacità uniche di analizzare e prepararsi alle sfide poste da un mondo in via di riscaldamento.
Tali minacce – scrive Axios – vanno dallo scioglimento dei ghiacci marini e dalle mosse della Russia per potenziare le sue basi militari nell’Artico, all’aumento dei flussi migratori verso l’Europa e il Nord America a causa di eventi meteorologici estremi alimentati dai cambiamenti climatici. Il documento analizza le minacce climatiche e le risposte degli avversari della NATO, tra cui Russia e Cina. Da sottolineare il fatto che Mosca non ha incorporato il cambiamento climatico nella sua pianificazione militare, mentre la Cina ha una strategia più lungimirante.
IL RAPPORTO DELLA NATO SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Il rapporto, insieme alle discussioni svoltesi durante il vertice NATO di Washington la scorsa settimana, inserisce anche una nuova minaccia emergente alla sicurezza informatica nel dibattito sulla sicurezza legata al cambiamento climatico. L’analisi mostra che gli alleati della NATO stanno già sperimentando gli effetti del cambiamento climatico sotto forma di eventi meteorologici estremi, tra cui inondazioni, ondate di caldo e incendi.
Ciò ha portato a dispiegamenti militari per aiutare le autorità civili, come gli oltre 2.000 militari schierati lo scorso anno in Canada per combattere la peggiore stagione di incendi mai registrata nel Paese. Il testo cita anche i 29 dispiegamenti militari internazionali nel 2023 per rispondere alle emergenze legate al clima in 14 Paesi della NATO, come una dozzina di alleati che hanno aiutato la Grecia a combattere gli incendi quell’anno. Tuttavia, le forze militari dell’alleanza dovranno fare i conti sempre più spesso con condizioni meteorologiche e climatiche estreme, come il caldo estremo che mette alla prova i limiti operativi dei loro sistemi d’arma e delle infrastrutture di supporto e che minaccia la salute dei soldati.
LA DISINFORMAZIONE DELLA RUSSIA SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO
La NATO ha scoperto anche che i suoi avversari, principalmente la Russia, stanno diffondendo disinformazione relativa al clima e alla transizione energetica per minare la volontà politica di agire per il clima. Il rapporto parla di un aumento della disinformazione russa legata alla transizione energetica europea sui social media e sui siti di notizie online. La Russia – uno dei principali produttori di petrolio e gas – ha interesse a rallentare la transizione verso le fonti energetiche rinnovabili.
La disinformazione legata ai disastri è un’altra tendenza emergente, che cerca di compromettere la capacità dei membri della NATO di rispondere in modo efficace. Ciò è stato osservato, ad esempio, in relazione all’incendio mortale di Lahaina, Maui, nell’agosto dello scorso anno.
La Russia, ad esempio, ha cercato di trarne vantaggio, diffondendo la narrativa secondo cui gli Stati Uniti dovrebbero aiutare i propri cittadini alle Hawaii invece che in Ucraina. “La Russia e altri avversari della NATO utilizzano la disinformazione climatica per seminare divisioni, ritardare l’azione e minare cinicamente la comprensione pubblica del cambiamento climatico in modi che mettono le persone in pericolo durante i disastri esacerbati dal clima”, ha dichiarato ad Axios Kate Cell, responsabile senior della Union of Concerned Scientists.
GLI EFFETTI DEL CLIMA SULLE FORZE DELLA NATO
Il rapporto della NATO sul clima afferma che i punti critici nel sistema climatico – che potrebbero portare all’inondazione delle città o al collasso della produttività agricola in alcune località – “potrebbero alimentare una rapida escalation di instabilità e sfollamento in regioni già colpite da stress climatico”. Gestire gli effetti del cambiamento climatico contemporaneamente alla transizione energetica in corso, insieme alla sua posizione di difesa più solida, “pone dei dilemmi senza precedenti per i membri dell’alleanza”, si legge nel rapporto.
Per anni le valutazioni sulla sicurezza nazionale relative ai cambiamenti climatici hanno evidenziato il rapido riscaldamento dell’Artico, l’innalzamento del livello del mare e altri effetti che potrebbero mettere in pericolo le installazioni e le operazioni militari. La nuova analisi della NATO esamina non solo le basi militari, ma anche i membri delle forze combattenti, che si trovano ad affrontare un aumento dello stress da calore, l’esposizione al fumo degli incendi e altri impatti che potrebbero renderli meno pronti ai combattimenti.
I DISAGI LEGATI ALLE ALTE TEMPERATURE
Si rileva, ad esempio, il crescente numero di giorni “bandiera nera” in cui fa troppo caldo (sopra i 35°C) per le operazioni nelle aree operative NATO in Iraq. Il Canada ha riscontrato che gli equipaggi dei suoi carri armati diventano “operativamente inefficaci” anche quando la temperatura supera i 35°C, con la necessità di soluzioni di raffreddamento personali.
Il caldo estremo con temperature superiori ai 40°C può rendere alcuni elicotteri incapaci di generare una portanza sufficiente per il decollo, in particolare quelli che trasportano carichi pesanti o un gran numero di truppe. Allo stesso modo, le temperature elevate possono imporre limiti di peso sugli aerei cargo della NATO, come il C-17 Globemaster. L’alleanza è già impegnata in una battaglia contro il cambiamento climatico, dallo scioglimento del permafrost nei suoi siti di addestramento più settentrionali alla disinformazione online.
July 16, 2024 at 08:50AM