L’AI per combattere il cambiamento climatico. Come si dimezzano i tempi per il calcolo delle emissioni di CO2 – Milano Finanza
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Per ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 e mitigare il cambiamento climatico è necessario che tutte le aziende misurino in maniera accurata le proprie emissioni, motivo che ha spinto l’Unione Europea ad aggiornare la regolamentazione e ad aumentare il numero di imprese obbligate a farlo. In Italia, infatti, secondo l’Istat, meno del 10% delle imprese ha monitorato le proprie emissioni nel biennio 2021-2022.
Solo il 18% delle imprese ha adottato politiche di misurazione delle emissioni
Anche secondo l’Osservatorio Mecspe, nel 2023 solo il 18% delle imprese manifatturiere ha adottato politiche di misurazione. Ciò si deve in parte anche al fatto che per le piccole e medie imprese la lotta al cambiamento climatico è particolarmente complessa e onerosa. L’uso di software avanzati che integrano l’intelligenza artificiale può però essere un prezioso alleato perché è in grado di dimezzare il tempo e le risorse necessari per il calcolo delle emissioni di CO2 di un’impresa: si tratta del primo passo necessario per accelerare il processo di decarbonizzazione, sottolinea di Edoardo Bertin, amministratore delegato di ClimateSeed in Italia.
I software con AI mappano le fonti delle emissioni
Una volta definito il periodo temporale per il calcolo della carbon footprint, i software con AI digitalizzano la struttura organizzativa dell’azienda, assicurando che ogni area, dai vari siti produttivi agli edifici, venga considerata con precisione. Ciò consente una mappatura dettagliata delle fonti delle emissioni, favorendo la collaborazione tra diverse unità organizzative e tra l’azienda e i suoi fornitori. «Una volta definito il perimetro di calcolo, il cuore del processo è la raccolta dei dati. Immaginiamo una grande azienda con centinaia di fornitori e diverse linee di produzione, oppure una Pmi che non ha a disposizione tutti i dati ma solo alcune fatture. L’AI aiuta a semplificare la raccolta di grandi quantità di dati da queste fonti disomogenee automatizzando la raccolta e riducendo il carico di lavoro manuale», spiega Bertin.
Gli algoritmi avanzati, ad esempio, possono esaminare database estesi e diversificati per estrarre rapidamente le informazioni necessarie, oltre che analizzare file e fatture, e integrare automaticamente i risultati. Semplificare la raccolta di dati permette alle aziende di riuscire più facilmente ad ottenere una visione precisa di dove e come le emissioni vengono generate e di comprendere meglio quali parti impattano maggiormente sulla loro impronta di carbonio.
Inoltre, i software migliorano la qualità dei dati attraverso tecniche di validazione e verifica che eliminano errori e incongruenze, assicurando che solo i dati verificati siano utilizzati per le analisi. In seguito, trasformano i dati grezzi in stime precise di emissioni di CO2. Attraverso l’utilizzo di database che contengono i fattori di emissione aggiornati per ogni tipo di attività, i software calcolano infatti l’impatto specifico delle operazioni aziendali. Successivamente i risultati possono essere presentati in modo intuitivo per permettere alle imprese di analizzare lo stato dell’arte e agire laddove necessario.
L’uso di software che integrano l’AI non è a impatto zero
Va ricordato, però, precisa l’ad di ClimateSeed in Italia, che, esattamente come per tutta la tecnologia che si utilizza, dalle semplici email agli strumenti più complessi, l’uso di software che integrano l’AI non è a impatto zero. L’industria tecnologica è infatti responsabile di una percentuale compresa tra l’1,5% e il 4% delle emissioni globali di gas serra. Quando un’azienda sceglie software per la decarbonizzazione, deve assicurarsi che questi siano stati progettati e sviluppati utilizzando linguaggi di programmazione a basso consumo energetico e siano ottimizzati per massimizzare l’efficacia e l’efficienza energetica.
«L’adozione di software che integrano l’AI trasforma il modo in cui le aziende affrontano la sfida della decarbonizzazione, se usata in maniera consapevole e con i dovuti accorgimenti. Queste innovazioni sono necessarie al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni a livello mondiale e Europeo e, nel momento in cui vengono create, devono tenere conto dei possibili impatti ambientali», afferma Bertin. Integrando la decarbonizzazione nella propria strategia di business, «le aziende possono contribuire significativamente a un futuro più sostenibile, in linea con i requisiti regolamentari, oltre che attirare investimenti che altrimenti gli sarebbero preclusi».
Chi è ClimateSeed
ClimateSeed è una startup green fondata nel 2018 e acquisita nel 2021 da Axa Impact Fund, gestito da Axa Investment Managers. Fornisce software e esperti per misurare e ridurre la carbon footprint e contribuire a progetti di riduzione e assorbimento delle emissioni di carbonio con impatti sociali e ambientali positivi, con l’obiettivo di supportare le organizzazioni nel percorso verso la neutralità carbonica mondiale. Con sedi a Parigi e dal 2024 a Milano vanta oltre 200 clienti, 30 partner, un fatturato in crescita del +100% anno su anno dal 2021 e progetti in più di 25 paesi. (riproduzione riservata)
July 16, 2024 at 08:50AM