La crisi climatica influisce anche sulle operazioni NATO – TeleAmbiente TV
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Durante l’ultimo vertice a Washington, i Paesi atlantisti hanno affrontato anche le conseguenze del cambiamento climatico. Che ha un impatto non solo sulla vita delle persone nei Paesi più vulnerabili.
La crisi climatica sta avendo un impatto sempre più significativo sulle nostre vite e non riguarda solo chi vive nelle aree più vulnerabili. A 75 anni di distanza dalla sua fondazione, la NATO sta prestando maggiore attenzione a tutte le conseguenze del cambiamento climatico, a cominciare dalle implicazioni del riscaldamento nell’Artico. La crisi del clima, infatti, per i vertici dei Paesi atlantisti rappresenta un rischio per la sicurezza globale, anche dal punto di vista militare.
Come scrive Axios, la NATO starebbe studiando dei protocolli su come affrontare alcune sfide o minacce in un futuro più o meno prossimo: dallo scioglimento dei ghiacci marini all’aumento dei flussi migratori causati dai cambiamenti climatici, passando per il potenziamento delle basi militare russe nell’Artico. Pensare che il cambiamento climatico sia una preoccupazione solo dei Paesi del Patto Atlantico è un errore, dal momento che anche le potenze opposte tengono seriamente in considerazione gli effetti della crisi. La Cina, ad esempio, nella propria pianificazione militare ha incorporato anche alcuni aspetti legati alla crisi climatica. La Russia, ufficialmente, no, ed è anche piuttosto impegnata, come vedremo, sul fronte della disinformazione globale sul clima. È però difficile pensare che una potenza simile non sia minimamente preoccupata del cambiamento climatico quando, da alcuni anni, anche regioni come la Siberia affrontano ondate di calore e incendi devastanti.
Il rapporto della NATO sul clima sarebbe stato discusso anche nell’ultimo vertice di una settimana fa a Washington. Gli effetti della crisi climatica sono sempre più estremi e devastanti, e non è un caso se negli ultimi anni l’alleanza atlantica si sia mobilitata inviando rinforzi militari a quei Paesi colpiti da incendi senza precedenti. Il rapporto evidenzia però che le condizioni meteorologiche e climatiche saranno sempre più estreme e metteranno sempre più a dura prova i limiti fisici dei militari ma anche quelli operativi dei sistemi d’arma e delle infrastrutture di supporto.
C’è poi un altro aspetto messo in evidenza dal rapporto NATO: gli avversari, a cominciare da Mosca, favoriscono la disinformazione online sul clima e sulla transizione energetica per evidenti interessi legati a combustibili fossili come petrolio e gas, di cui la Russia è uno dei principali produttori a livello mondiale. E non solo: oltre alla disinformazione strettamente legata alla crisi climatica, c’è anche quella, decisamente più recente, legata ai disastri. Tutti ricorderanno il terribile incendio di Lahaina, sull’isola di Maui, alle Hawaii, ad agosto 2023, ma pochi sanno che in quell’occasione la Russia diffuse la narrativa secondo cui gli Stati Uniti non aiutavano i propri cittadini perché troppo concentrati a supportare la resistenza dell’Ucraina.
“La Russia e altri avversari della NATO utilizzano la disinformazione climatica per seminare divisione, ritardare l’azione e minare cinicamente la comprensione pubblica del cambiamento climatico, mettendo però le persone in pericolo durante i disastri esacerbati dal clima” – il commento di Kate Cell, della Unione of Concerned Scientists – “Il rapporto NATO afferma che i punti critici del sistema climatico (inondazioni, collassi della produttività agricola, ecc.) potrebbero alimentare l’instabilità e lo sfollamento in regioni già colpite da tempo dallo stress climatico“.
Il punto, però, non riguarda solo la crisi climatica in sé. Il rapido riscaldamento dell’artico e l’innalzamento del livello del mare, solo per citare due aspetti, possono mettere in pericolo le infrastrutture e le stesse operazioni militari. Gli esempi sono molteplici e riguardano non solo lo stress fisico per i militari, ma anche l’operatività di mezzi: gli equipaggi dei carri armati rendono meno dal punto di vista operativo sopra i 35°C, alcuni elicotteri non riescono a generare la potenza necessaria per il decollo oltre i 40°C, e lo stesso vale per alcuni aerei cargo come il C-17 Globemaster.
July 17, 2024 at 06:40PM