Fibre cellulosiche artificiali: garantire la loro sostenibilità – Green Planner
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Tuttavia, è importante valutare attentamente e correttamente l’impatto ambientale del loro processo produttivo e della catena di approvvigionamento delle Mmcf prima di scegliere una fibra di questo tipo e per questo, sempre di più, i consumatori vogliono vederci più chiaro.
Catene di approvvigionamento delle Man Made Cellulosic Fiber: cosa pensano i consumatori
Il settore tessile sta vivendo una vera e propria rivoluzione verde. Le fibre cellulosiche artificiali (Mmcf), un’alternativa più sostenibile a materiali come il poliestere e il cotone, stanno guadagnando sempre più terreno.
Secondo le ultime stime, il loro mercato potrebbe crescere fortemente nei prossimi quindici anni, raggiungendo i 10 miliardi di tonnellate (dagli attuali 6). La crescita è alimentata da un crescente interesse per l’economia circolare e dalla possibilità di riutilizzare scarti tessili e forestali.
Tuttavia, la maggior parte delle fibre artificiali proviene ancora dalla polpa di legno, rendendo fondamentale una gestione forestale sostenibile.
Per garantire la provenienza da foreste gestite in modo responsabile, diverse organizzazioni hanno lanciato iniziative di certificazione. Tra queste, spicca la campagna Fashions change, Forests stay di Pefc, che dal 2016 promuove l’utilizzo di fibre cellulosiche provenienti da foreste certificate.
Cosa ne pensano i consumatori?
Un’indagine condotta da Pefc su oltre 5.000 consumatori in Europa ha rivelato un’elevata sensibilità verso le tematiche ambientali. I consumatori sono sempre più attenti all’origine dei prodotti che acquistano e richiedono trasparenza sulle filiere produttive.
Il 76% degli intervistati è infatti preoccupato per l’impatto ambientale negativo delle fibre forestali, come deforestazione e perdita di biodiversità, mentre il 74% considera importante che le fibre forestali provengano da foreste gestite in modo sostenibile.
In particolare, gli intervistati italiani, hanno dimostrato di essere i più consapevoli richiedendo per il 90% la trasparenza sull’origine delle fibre forestali e ritenendo (per il 78% del campione) che i brand debbano migliorare i loro sforzi per la sostenibilità.
Soltanto un consumatore su quattro è convinto che i brand stiano affrontando efficacemente le preoccupazioni ambientali, mentre sono molto pochi (il 13%) coloro che pensano che le informazioni fornite sulla sostenibilità delle fibre siano sufficienti.
Il sondaggio fa emergere quindi un nuovo profilo di consumatore che preferisce acquistare da marchi trasparenti sulle pratiche sostenibili e ritiene che l’approvvigionamento sostenibile aumenti il valore del marchio (rispettivamente per il 68% e per il 64%).
Infine, per il 59% del campione la presenza di un’etichetta di sostenibilità invoglierebbe a pagare di più per un prodotto con materie prime certificate.
Le proposte di Pefc per una catena del valore più trasparente e sostenibile
Sulla base dei risultati dell’indagine, Pefc ha stilato alcune proposte per aiutare il settore a diventare più trasparente. In particolare, chiede ai brand:
- di rivedere le politiche di approvvigionamento di materiali Man Made Cellulosic Fiber e di impegnarsi ad approvvigionarsi solo da foreste gestite in modo sostenibile, stabilendo degli obiettivi credibili
- di comunicare i requisiti di approvvigionamento e sostenibilità ai fornitori e ribadire la necessità di verifiche di parte di terzi (catena di custodia Pefc, sulle origini delle fibre) per monitorare e comunicare i progressi compiuti in modo credibile e verificato
- fornire informazioni ai consumatori sul proprio sito web in merito alle collezioni contenenti fibre Mmcf, ai propri obiettivi di approvvigionamento e ai progressi attuali a livello aziendale
Insomma, il futuro del settore tessile sarà sempre più verde, ma i brand che utilizzano le fibre cellulosiche artificiali, che offrono un’alternativa sostenibile ai materiali tradizionali, devono garantire che la loro produzione avvenga nel rispetto dell’ambiente e delle comunità locali.
Crediti immagine: Depositphotos
Aurora Magni: difficile incontrarla senza il suo setter inglese al fianco. Una laurea in filosofia e una passione per i materiali e l’innovazione nell’industria tessile e della moda; è presidente e cofondatrice della società di ricerca e consulenza Blumine, insegna Sostenibilità dei sistemi industriali alla Liuc di Castellanza e collabora con università e centri ricerca. Giornalista, ha in attivo studi e pubblicazioni sulla sostenibilità |
August 27, 2024 at 11:38AM