Acqua virtuale e clima, a Taikan Oki lo Stockholm Water Prize 2024 – Materia Rinnovabile
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A Stoccolma, in Svezia, non si assegnano solo i premi Nobel. Dal 1991, viene conferito anche lo Stockholm Water Prize, che, pur non essendo collegato alla famiglia Nobel, riconosce le eccellenze nella ricerca e nella protezione delle risorse idriche. Quest’anno, la Stockholm Water Foundation e l’Accademia reale svedese delle scienze hanno deciso di premiare l’idrologo Taikan Oki. Il premio è stato consegnato da re Carlo XVI Gustavo di Svezia il 28 agosto 2024, durante la World Water Week.
Professore presso l’Università di Tokyo, in Giappone, Oki con le sue ricerche ha contribuito a una gestione più sostenibile dell’acqua su scala globale. Portando, in particolare, a misure di adattamento climatico più pratiche, integrando l’attività umana nel ciclo dell’acqua e migliorando la precisione nella rappresentazione dei flussi fluviali globali. Inoltre, Oki è stato anche il primo a misurare con precisione il valore dell’acqua virtuale, cioè il quantitativo di acqua necessario a produrre cibi, beni e servizi che consumiamo quotidianamente. Le ricerche del professor Oki hanno portato a una migliore comprensione dell’importazione di cibo e del suo impatto sul commercio di acqua virtuale e sulla carenza idrica. Per scoprire le origini delle sue intuizioni e i suoi consigli per il futuro, Materia Rinnovabile ha deciso di intervistarlo.
Professor Oki, cosa significa misurare il valore dell’acqua virtuale?
Un messaggio importante che credo si possa dare è che non esiste un paese che sia economicamente povero e allo stesso tempo povero d’acqua. Se l’acqua scarseggia ma si ha potere economico, si può acquistare cibo dall’estero. Se non si ha potere economico ma si dispone di risorse idriche, si può invece produrre il cibo di cui si ha bisogno. Tuttavia, se si è economicamente poveri e manca l’acqua, la società non può esistere. L’acqua non è solo la linfa vitale della vita, ma una risorsa cruciale per la sopravvivenza umana.
Nei prossimi decenni, come evolverà il concetto di acqua virtuale nell’ affrontare i problemi di carenza idrica globale?
Se il mondo fosse in pace, potremmo allocare la produzione alimentare in aree con acqua sufficiente e scambiare i prodotti, permettendo all’acqua virtuale di compensare la carenza idrica. Tuttavia, se il mondo resta diviso e i leader si concentrano solo sui loro interessi nazionali, il libero scambio potrebbe non essere possibile. In questo scenario, il concetto di acqua virtuale che stabilizza la distribuzione dell’acqua non funzionerebbe in modo efficace. Il valore dell’acqua virtuale dipende dalla pace globale.
Qual è allora il ruolo degli scienziati nel comunicare efficacemente questo concetto ai decisori politici?
Sono un po’ riluttante a prescrivere raccomandazioni specifiche per i decisori politici. Ciò che possiamo fornire è una panoramica delle opzioni che potrebbero essere più efficaci o efficienti. Anche se gli esseri umani a volte scelgono opzioni meno ottimali, ed è difficile impedirlo, [come scienziati] possiamo comunque suggerire modalità che potrebbero essere migliori o più efficienti, con l’obiettivo di ridurre al minimo i costi totali.
Possiamo stimare quando diminuirà la pressione antropica sulle risorse idriche?
Si prevede che la popolazione mondiale raggiungerà il picco verso la fine del ventunesimo secolo, forse negli anni 2080 o 2090. Questo è un segnale positivo per l’umanità, in quanto suggerisce che dopo tale data potremmo non avere più bisogno di altra acqua. I problemi legati alle risorse dovrebbero essere presi in considerazione fino alla fine di questo secolo, mentre nel ventiduesimo secolo potremmo avere più libertà, stabilità e sostenibilità. Dobbiamo concentrarci sul superamento delle difficoltà durante questa transizione.
Quali difficoltà, ad esempio?
Non dovremmo considerare solo i nostri vantaggi regionali, ma anche dare priorità alla stabilità sociale, che è fondamentale. Questa stabilità non dipende solo dalle situazioni locali, ma anche dalla stabilità globale. Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo ridurre il divario tra ricchi e poveri. Nelle regioni in cui l’acqua è insufficiente, la domanda locale di acqua potrebbe essere ridotta importando beni ad alta intensità idrica, come gli alimenti, o anche servizi che richiedono molta acqua, come l’intelligenza artificiale. Una collaborazione efficace tra i paesi è essenziale per la gestione di queste risorse.
Lei ha integrato l’attività umana nei modelli del ciclo dell’acqua. In che modo questa integrazione ha cambiato la nostra comprensione delle strategie di adattamento al clima?
Senza modelli globali che includano le attività umane, le valutazioni sulla vulnerabilità delle popolazioni sono incomplete. Se non si considerassero impatti come l’aumento o la riduzione delle precipitazioni, le valutazioni potrebbero non tenere conto del fatto che le aree con precipitazioni abbondanti potrebbero subire maggiori danni, mentre quelle con precipitazioni più scarse potrebbero trovarsi ad affrontare una maggiore scarsità d’acqua. Incorporando le attività umane, le infrastrutture idriche e le misure di mitigazione dei disastri, come la costruzione di argini o bacini, possiamo identificare in modo più realistico le regioni che potrebbero subire maggiori danni a causa dei cambiamenti climatici. Il mondo reale non è più puramente naturale, è significativamente influenzato dalle attività umane, in particolare in relazione al ciclo dell’acqua, alla siccità e alle condizioni ambientali.
Lei è stato determinante nello sviluppo dei sistemi Total Runoff Integrating Pathways (TRIP), un modello che consente una rappresentazione più accurata dei flussi fluviali mondiali. Perché è stato importante considerare l’impatto di questi corpi idrici?
In passato, i modelli climatici non prendevano in considerazione i fiumi, ma ora la comunità climatica riconosce il loro ruolo, sebbene sia considerato marginale o limitato. Non ci sono molti riscontri su come il flusso dei fiumi influenzi la circolazione oceanica o atmosferica. Tuttavia, per la valutazione dell’impatto sulla società umana, i fiumi sono un fattore significativo. L’acqua trasmette gli impatti dei cambiamenti climatici alla società umana. Senza considerare il flusso fluviale, è difficile valutare gli effetti del cambiamento climatico e le sue ripercussioni negative sulla società umana. Il mio sogno era quello di includere la componente fluviale nei sistemi di modellazione climatica per prevedere i futuri cambiamenti climatici. Per raggiungere questo obiettivo, si utilizzano informazioni geografiche per tracciare i flussi dei fiumi dalle loro sorgenti all’oceano. Sebbene si possa ingenuamente pensare che i fiumi scorrano generalmente dalle quote più alte a quelle più basse, una risoluzione spaziale grossolana può distorcere questo modello di flusso. Pertanto, sono necessarie modifiche significative per adattare i canali fluviali generati automaticamente alle reti fluviali reali. E questo richiede molto tempo. Sono felice del fatto che tanti modelli climatici utilizzino ancora le informazioni geografiche dettagliate di TRIP sulle reti di canali fluviali per le loro simulazioni.
L’Italia è il decimo esportatore di acque sotterranee vulnerabili sotto forma di commercio di colture ed è considerata dall’IPCC un hotspot dei cambiamenti climatici. Come possiamo affrontare questo problema?
Il vostro futuro sarà probabilmente più arido di adesso, quindi valutate come rendere le vostre attività agricole più sostenibili. Raccomando una gestione sostenibile delle risorse. Se utilizzate acque sotterranee non rinnovabili, pensate di passare ad acque sotterranee o superficiali rinnovabili. Inoltre, se le vostre fonti energetiche sono rinnovabili, potete produrre più acqua dolce da acqua riciclata o persino da acqua di mare. Assicuratevi la vostra acqua dolce sostenibile e rinnovabile. Secondo il primo rapporto di valutazione dell’IPCC, l’area del Mediterraneo diventerà molto più secca in futuro, e questo è coerente con quanto registrato negli ultimi trent’anni.
Per concludere, in qualità di vincitore dello Stockholm Water Prize 2024, quali consigli darebbe ai giovani idrologi?
Il mondo cambia e gli idrologi più giovani vedranno cambiamenti continui nei prossimi 30-40 anni. Se potete contribuire, anche solo in minima parte, a migliorare questi cambiamenti, la vostra sarà una vita degna di nota.
Questo articolo è disponibile anche in inglese / This article is also available in English
In copertina: Taikan Oki re Carlo XVI Gustavo di Svezia durante la cerimonia di premiazione alla Stockholm city hall. © Jonas Borg via Flickr
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August 29, 2024 at 11:18AM