Crisi climatica, un altro allarme: ecco cosa rischia di sparire tra poco – Libero Tecnologia
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Secondo uno studio recente, oltre la metà delle specie arboree presenti nei Royal Botanical Gardens di Kew sono in pericolo a causa della crisi climatica.
I Kew Gardens, fondati nel 1840 e situati nel sud-ovest di Londra, ospitano la più vasta collezione botanica del mondo. Nel 2022, la siccità ha causato la perdita di 400 alberi, spingendo i ricercatori a valutare i potenziali rischi climatici per il futuro delle piante presenti nei giardini.
La crisi climatica minaccia gli alberi
L’ultimo rapporto in materia indica che più del 50% degli 11.000 alberi presenti nei Royal Botanical Gardens di Kew potrebbero essere minacciati entro il 2090, con il 45% delle specie che si troverebbero al limite del loro areale naturale e il 9% al di fuori di esso, secondo le proiezioni delle temperature medie annuali. Ciò significa che molti degli alberi attuali potrebbero non sopravvivere se le condizioni climatiche continueranno a peggiorare come previsto.
Un elemento cruciale che rende Kew particolarmente vulnerabile è la storia delle sue piantumazioni, molte delle quali risalgono a oltre un secolo fa, quando i futuri scenari climatici non erano certamente previsti. All’epoca si riteneva che il clima locale fosse stabile e ideale per le specie che preferivano terreni umidi. Tuttavia, il riscaldamento globale ha fatto sì che i 10 anni più caldi del Regno Unito dal 1884 si siano verificati proprio nel ventunesimo secolo. Si prevede, inoltre, che entro il 2050 il clima di Londra sarà simile a quello di Barcellona oggi, con estati più calde e secche.
Questa situazione ha portato Kew a sviluppare un piano di successione per sostituire le piante che probabilmente non sopravvivranno al cambiamento climatico. Gli alberi urbani sono fondamentali per rinfrescare le aree urbane e fornire ombra durante le ondate di calore, quindi la loro sostituzione con specie più resistenti è essenziale.
La ricerca di Kew ha combinato modelli climatici specifici per la zona ovest di Londra con dati globali sugli alberi e informazioni sulle collezioni di piante esistenti, supportati da test empirici. Questo ha permesso d’identificare specie che potrebbero essere maggiormente adatte a sopravvivere in un clima più caldo e secco, tra cui l’ontano iberico, originario di Portogallo e Spagna, l’abete di Farges dalla Cina centrale, il bagolaro dalla Cina, Myanmar e Tibet, il pino di Montezuma dall’America centrale e la quercia cucchiaio dal Messico.
La parola agli esperti
Il rapporto sui giardini botanici inglesi sottolinea che le specie provenienti da climi europei più caldi, come alcune varietà di querce, potrebbero essere più resilienti delle querce inglesi tradizionali, poiché già adattate a condizioni più secche e calde.
Richard Barley, direttore dei giardini di Kew, ha affermato che il piano di successione è un passo cruciale per comprendere gli effetti del cambiamento climatico sui paesaggi esistenti, permettendo di apportare modifiche che li rendano più resilienti. Ha anche sottolineato l’importanza di diversificare le piante nei territori urbani, focalizzandosi sulla resistenza e sull’adattabilità per mitigare i gravi impatti della crisi climatica.
Ross Cameron, professore di orticoltura ambientale all’Università di Sheffield, ha commentato che le conclusioni cui giungono gli studi sono ragionevoli. È logico supporre che, in futuro, le specie arboree che prediligono condizioni umide potrebbero avere difficoltà a sopravvivere nel sud-est dell’Inghilterra. Questo metterebbe a rischio alberi nativi come alcuni ontani e i sorbi, i quali potrebbero trovare il clima troppo secco per prosperare.
In sintesi, il rapporto di Kew mette in luce l’urgenza di adattarsi al cambiamento climatico attraverso strategie di piantumazione più consapevoli, per proteggere il patrimonio botanico e garantire che i giardini possano continuare a svolgere il loro ruolo vitale negli ecosistemi urbani.
August 29, 2024 at 08:37AM