Il riciclo del vetro in Italia

Il riciclo del vetro in Italia

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Nonostante un calo del 2,6% rispetto al 2022, il tasso di riciclo del vetro in Italia tiene botta e per il quinto anno consecutivo supera i target di riciclo europei. Come riportato dal Consorzio recupero del vetro (CoReVe) nel 2023 il riciclo di rifiuti d’imballaggio in vetro si è attestato al 77,4% dell’immesso, un risultato lievemente peggiore dello scorso anno dove si era toccato l’80%. 

I progressi di CoReVe

Nell’ultimo decennio la quantità di vetro riciclato a livello nazionale è cresciuta del 26,7%, da 1.615.000 tonnellate nel 2014 a 2.046.000 del 2023, a fronte di un immesso al consumo cresciuto del 15%.

Lo scorso anno 7.034 comuni (89,0%) si sono convenzionati con CoReVe, per una copertura della popolazione pari al 90%, ovvero 53,2 milioni di abitanti. Grazie ai bandi lanciati in collaborazione con ANCI – Associazione nazionale comuni italiani, il consorzio, che ha raggiunto una capacità di gestione di 1.660.000 tonnellate di rifiuti in vetro, sostenendo 216 progetti per migliorare la raccolta in 579 comuni e investendo complessivamente 15 milioni di euro.

Le fluttuazioni di mercato che hanno penalizzato il riciclo

Secondo Gianni Scotti, presidente di CoReVe, questi sono i frutti di un’importante “azione di sensibilizzazione dei cittadini”. Tuttavia, il 2023 è stato un anno particolare: il calo del 2,6% rispetto ai tassi di riciclo del 2022 è causato dall’aumento del costo del rottame, l’importazione a prezzi inferiori dall’estero e il ricorso all’uso di materia prima vergine al posto della materia prima seconda.

Scotti ha dichiarato che sarà fondamentale che l’industria continui a privilegiare quest’ultima, per non intaccare negativamente la contabilità ambientale del vetro. Il settore della produzione di nuovi contenitori rimane il naturale e di gran lunga il più importante sbocco per il riciclo dei rifiuti, in un perfetto schema di economia circolare.

Utilizzare il rottame, anziché le materie prime minerali, ha un impatto positivo sull’ambiente, perché consente di consumare meno energia, sia in fase di estrazione della materia prima che durante la fusione. Per CoReVe questo si è tradotto un risparmio nel 2023 di 375.181 TEP/anno (tonnellate equivalenti di petrolio) e 2.406.989 tonnellate di anidride carbonica. In pratica, l’equivalente delle emissioni di gas serra che deriverebbero dalla circolazione per 12 mesi di 1.528.247 autovetture Euro 5 di piccola cilindrata, per esempio il modello FIAT 500, calcolando una percorrenza media di 15.000 km e un emissione di C02 pari a 105 g/km.

Raccolta di vetro, i target per il 2026

Guardando al futuro CoReVe punta a migliorare ulteriormente le performance di riciclo, collaborando con i comuni e con i gestori della raccolta. Attualmente ancora 250.000 tonnellate di rifiuti finiscono in discarica, ma si ritiene che nei prossimi due anni i volumi di vetro intercettati possano crescere di almeno due punti percentuali rispetto al dato di immesso. Mentre nel successivo triennio, visto l’elevato tasso di raccolta raggiunto, le quantità intercettate dovrebbero mantenersi in linea rispetto all’andamento dei consumi. In sostanza CoReVe prevede che nel 2026 si possano raggiungere 2.619.000 tonnellate di vetro raccolte, con una crescita complessiva del 9% rispetto al 2023.

Come funziona il riciclo del vetro 

Attraverso un processo che usa macchine di selezione degli inquinanti (tutti i materiali diversi dal vetro da imballaggio) sempre più sofisticate e passaggi ripetitivi, è possibile oggi individuare frammenti sempre più piccoli di materiali estranei ed eliminarli dal processo di riciclo del vetro.

I più recenti impianti di trattamento sono dotati di una tecnologia che permette la separazione dei rottami di vetro per colore, distinguendo il verde dall’ambra e dall’incolore. In questo modo si sta ampliando la possibilità di avvio a riciclo del  raccolto, dato che con rottame di colore misto si producono solo vetri colorati e non si può produrre un imballaggio in vetro chiaro, o di colore ambra.

Attualmente, i forni che producono vetro verde, prevalentemente utilizzato per bottiglie per vino, birra e olio, possono impiegare una miscela composta fino al 90% di vetro riciclato. Secondo CoReVe, i fattori limitanti per l’uso in vetreria di rottami da raccolta differenziata è, soprattutto, la presenza di ceramica, di cristallo e di vetro borosilicato, anche in quantità molto piccole.

September 3, 2024 at 12:34PM
Simone Fant

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