Malattie cardiovascolari: attenti a dove vivete

Malattie cardiovascolari: attenti a dove vivete

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malattie cardiovascolari

Da una ricerca del Politecnico di Milano emerge che alcuni quartieri sono più a rischio di altri per quanto riguarda le ondate di calore con conseguenze dirette su malattie cardiovascolari. Milano è stata testata in primis

Anche i quartieri delle grandi città iniziano a fare i conti sul campo con la crisi climatica e i risultati parlano di incidenza sulla salute degli abitanti.

Una ricerca firmata dal Politecnico di Milano ha indagato, dopo averli mappati con strumenti di intelligenza artificiale, la città di Milano. Dai dati emerge che alcuni quartieri sono più a rischio di altri per quanto riguarda le ondate di calore con conseguenze dirette su malattie cardiovascolari.

Sono stati 18 i distretti valutati dal D-Hygea Lab del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, come altamente vulnerabili. Da notare che qui risiede, sempre secondo i calcoli del Polimi, il 23% della popolazione cittadina.

Dall’indagine condotta in collaborazione con l’Agenzia Regionale Emergenza Urgenza (Areu) risulta che la zona Buenos Aires-Porta Venezia e Loreto-Casoretto sono tra i quartieri più a rischio, soprattutto sull’alta presenza di residenti anziani.

Distretti come Gorla-Precotto e Porta Magenta risultano invece più resilienti. E lo studio fa notare che in questa zona è più alta la presenza di fontanelle pubbliche e spazi verdi,

mappa rischio quartieri
Immagine Politecnico di Milano

A Enrico Gianluca Caiani, docente di Bioingegneria al Politecnico di Milano (che ha lavorato in team con Julia Nawaro e Lorenzo Gianquintieri) abbiamo rivolto qualche domanda per entrare nel merito della ricerca che è stata condotta su 64.881 emergenze cardiovascolari registrate tra il 2017 e il 2022, identificando 114 giorni di caldo estremo, definiti come quelli con una temperatura apparente superiore al 95° percentile.

La giornata più calda è stata il 27 giugno 2019, con una temperatura media di 36°C.

Ma perché l’analisi si rivolge alle malattie cardiovascolari?

Le malattie cardiovascolari – spiega Caiani – rappresentano la principale causa di morte nei paesi sviluppati, essendo responsabili di un decesso su tre nell’Unione europea.

Inoltre, la relazione tra calore ambientale e patologie cardiovascolari è di particolare interesse dal punto di vista della fisiologia, poiché i meccanismi a livello di singolo individuo sono ampiamente studiati e riconosciuti, ma anche dal punto di vista della gestione dei servizi di emergenza, in quanto eventi acuti come arresto cardiaco, ictus o infarto sono particolarmente delicati.

È importante sottolineare che, sebbene studi empirici abbiano ripetutamente associato le temperature estreme a un aumento della mortalità cardiovascolare, la relazione tra il caldo e la morbilità cardiovascolare risulta meno chiara.

Pertanto, sviluppare un framework per analizzare la morbilità, riflessa nelle chiamate di emergenza, tenendo conto delle caratteristiche socio-urbane dei distretti, è fondamentale per salvaguardare in modo proattivo i residenti urbani.

L’analisi che avete fatto prende in considerazione solo la presenza o meno di spazi verdi e fontanelle o anche le pareti o i tetti refrattari e la pavimentazione delle strade (per esempio il pavé riflette più o meno il calore?)

Sono inclusi negli elementi analizzati anche i green roofs, mentre non è inclusa la pavimentazione delle strade. La selezione dei fattori considerati dipende dalla disponibilità dei dati, ma il framework proposto è adattabile allo studio di elementi aggiuntivi.

Anche il passaggio sotterraneo di acqua può fare la differenza da un quartiere più a rischio e uno meno (Milano ha molti corsi d’acqua)?

Non siamo in grado di valutare questo fattore, poiché non disponibile nel dataset considerato. Come detto in precedenza, qualora il dato fosse disponibile il framework proposto può essere utilizzato per valutarne l’impatto.

Che soluzioni suggerite oltre alle Nbs?

Sappiamo da letteratura scientifica che altri elementi actionable hanno un ruolo rispetto alla vulnerabilità al calore, come per esempio i sistemi di risposta (early warning systems o servizi di emergenza) o l’adattamento sociale (definite soft adaptation strategies, basate sul comportamento delle persone).

Le strategie di soft adaptation mirano ad aumentare la consapevolezza dei residenti, obiettivo che può essere raggiunto attraverso la divulgazione di informazioni (come i risultati del nostro studio), anche tramite i mezzi di stampa.

In particolare, considerato che il nostro studio ha evidenziato la vulnerabilità cardiovascolare al caldo particolarmente accentuata tra gli anziani, una soluzione non-Nbs potrebbe prevedere lo sviluppo di infrastrutture, come centri di raffreddamento, e sistemi di assistenza sociale, come centri di supporto, specificamente progettati per rispondere alle esigenze di residenti anziani.

Crediti immagine: Depositphotos

L’articolo Malattie cardiovascolari: attenti a dove vivete è stato pubblicato su GreenPlanner Magazine.

December 12, 2024 at 11:37AM

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