Soluzioni basate sulla natura: i lavori più richiesti secondo Ilo e Unep
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Attualmente più di 60 milioni di persone in tutto il mondo lavorano in attività collegate alle Nature-based solutions (Nbs), per proteggere, conservare, ripristinare, utilizzare in modo sostenibile e gestire ecosistemi terrestri naturali. Ma, come sottolinea il rapporto "Decent work in Nature-based solutions 2024” pubblicato lo scorso dicembre da Ilo, Iucn e Unep, con i giusti investimenti potrebbero essere molti di più: 32 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2030. A beneficiarne maggiormente sarebbero Africa, America Latina e Stati arabi, dove il numero di persone impiegate nelle Nbs potrebbe passare da 2,5 milioni a oltre 13 nei prossimi cinque anni, ossia dall’attuale 5% a oltre il 40% dei posti di lavoro totali.
Parola d’ordine: reskilling
Oggi i lavoratori impegnati nel mondo delle Nbs si occupano di mitigazione del clima, perdita di biodiversità e recupero di territori degradati. Ma c’è un potenziale non sfruttato legato ai lavori delle infrastrutture cosiddette “green-grey”, che prevedono un mix di competenze ingegneristiche e naturalistiche.
In un sondaggio online tra i professionisti del settore, il 66% ha risposto di aver incontrato difficoltà nel finalizzare i progetti a causa della mancanza di figure specializzate come tecnici della conservazione della natura, project manager e ingegneri ambientali. Ruoli che richiedono un mix di competenze tra cui analisi dei dati, competenze in tecnologia Gis (Geographic information systems), monitoraggio ambientale, tecniche di conservazione e ripristino ecologico. Competenze a cui si aggiungono soft skills come la comunicazione efficace, problem solving e capacità di lavorare in gruppo in contesti multiculturali.
Le raccomandazioni per il futuro
Affrontare le lacune sulle competenze richiede una formazione mirata, maggiori finanziamenti e un supporto politico più forte per facilitare percorsi di carriera in ambito sostenibile. Attualmente solo pochi Paesi, tra cui Canada, Scozia, Spagna e Nuova Zelanda, hanno politiche nazionali a sostegno delle competenze Nbs. Politiche che prevedono una formazione inclusiva, che coinvolgono soprattutto giovani, donne e popolazioni indigeni. Per questo il Rapporto si conclude con quattro raccomandazioni chiave per il futuro.
1. Rafforzare e allineare i quadri politici nazionali per capitalizzare i progressi compiuti a livello globale, sviluppando politiche a diversi livelli per integrare meglio le soluzioni basate sulla natura in settori come l’ingegneria e l’agricoltura. Occorrerà migliorare il coordinamento tra i vari livelli di governance per garantire la coerenza politica, coinvolgendo il settore privato, capace di guidare l’innovazione e incentivare l’occupazione.
2. Investire nello sviluppo delle competenze e nella formazione della forza lavoro.. La collaborazione internazionale dovrebbe migliorare la comprensione delle esigenze, consentendo a livello locale di identificare più facilmente le necessità formative e adattare la formazione alle priorità.
3. Promuovere i diritti e l’inclusività. L’occupazione nelle Nature-based solution dovrebbe garantire salari equi, condizioni di lavoro sicure e protezione sociale, oltre a promuovere l’equità di genere, il coinvolgimento dei giovani e la partecipazione delle comunità più emarginate.
4. Rafforzare la ricerca e la raccolta dei dati per sviluppare quadri standardizzati volti a valutare gli impatti delle Nbs e il potenziale della nuova occupazione.
di Tommaso Tautonico
Copertina: Unsplash
January 15, 2025 at 08:06PM