700 lavoratori irregolari in 11 regioni, geografia dello sfruttamento

700 lavoratori irregolari in 11 regioni, geografia dello sfruttamento

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Agricoltura, tessile e manifattura, ma anche attività commerciali e imprese edili. Sono i settori da cui emerge il più alto numero di irregolarità segnalate dall’Osservatorio nazionale “Non coltiviamo l’illegalità”, uno strumento creato dall’Associazione Lavoratori Stranieri del Movimento Cristiano Lavoratori per monitorare lo sfruttamento lavorativo, il caporalato e l’intermediazione illecita. Il report, il secondo pubblicato dall’Als Mcl, fa riferimento all’ultimo quadrimestre del 2024: «Dai controlli effettuati dalla forze dell’ordine», si legge nella nota, «in 11 regioni italiane, sono stati individuati oltre 700 lavoratori sfruttati o irregolari».

Suddiviso in schede riguardanti le singole regioni, il rapporto restituisce regione per regione un resoconto delle operazioni che si sono svolte tra settembre e dicembre scorso: la Puglia è la regione in cui è stato trovato il numero più alto di lavoratori irregolari (166), seguita da Sicilia (94), Toscana (88), Emilia Romagna (68) e Trentino-Alto Adige (61). «Sono tanti gli imprenditori e i caporali coinvolti, raggiunti a vario titolo da denunce, provvedimenti di sospensione dell’attività, sanzioni amministrative e, in alcuni casi, anche da misure cautelari. I controlli sono stati effettuati in misura maggiore dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro».

Il presidente di Als Mcl Paolo Ragusa lo definisce «un quadro preoccupante, di cui sicuramente eravamo già a conoscenza ma che è importante continuare a monitorare. Il nostro osservatorio è nato proprio con questo scopo, perché tenere accesi i fari sulle condizioni di così tanti lavoratori, prevalentemente stranieri, è l’unico modo per cercare di risolvere questo annoso problema». Il presidente generale del Movimento Cristiano Lavoratori Alfonso Luzzi aggiunge: «Sappiamo che per molti gli stranieri rappresentano una forza lavoro da sfruttare al massimo senza riconoscere loro alcun diritto o alcuna tutela, tanto meno in termini di sicurezza. È questa mentalità che dobbiamo combattere per sostenere un reale processo di integrazione. Non possiamo più girarci dall’altra parte, dobbiamo incentivare il più possibile il lavoro di controllo delle autorità preposte».

Che cos’è l’Osservatorio

Nato per rafforzare l’impegno dell’Associazione Lavoratori stranieri del Movimento Cristiano Lavoratori nella tutela e promozione dei diritti umani e dei diritti fondamentali dei lavoratori stranieri in Italia, l’Osservatorio (ne abbiamo scritto qui) si propone di studiare e approfondire il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento lavorativo, analizzare le dimensioni e le cause del fenomeno a livello nazionale, con particolare attenzione alle aree geografiche più colpite, ed esaminare gli strumenti giuridici di protezione delle vittime. «Non coltiviamo l’illegalità», ha spiegato Ragusa in occasione della presentazione dell’Osservatorio «è lo slogan che abbiamo scelto per contribuire a cambiare una diffusa mentalità che vede nei lavoratori stranieri delle vittime da sacrificare e non donne e uomini da tutelare e da avviare a una giusta integrazione nel nostro Paese».

Una manifestazione di braccianti agricoli davanti a Montecitorio nel maggio 2021. Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

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January 21, 2025 at 01:16PM

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