Emissioni di CO2 e Innovazione: La Crisi Climatica a un Bivio

La crisi climatica globale ha raggiunto diversi traguardi critici tra il 2023 e l’inizio del 2024, delineando un quadro complesso di sfide e potenziali soluzioni nella nostra lotta contro il cambiamento climatico. Le ultime ricerche e sviluppi mostrano una situazione paradossale: mentre l’innovazione tecnologica accelera e la consapevolezza pubblica cresce, le emissioni continuano a raggiungere nuovi record. Questo contrasto evidenzia la complessità della sfida che abbiamo davanti e l’urgente necessità di azioni concrete e coordinate.

Record di Emissioni Nonostante la Crescita delle Rinnovabili

Il 2023 ha segnato diversi primati contrastanti nella storia climatica del nostro pianeta. Per la prima volta, l’energia eolica e solare combinate hanno aggiunto più nuova energia al mix globale rispetto a qualsiasi altra fonte, segnando un momento storico nella transizione energetica. Tuttavia, questo risultato promettente è stato drammaticamente oscurato da un contemporaneo aumento del consumo di combustibili fossili: il petrolio ha registrato un incremento del 39%, il carbone del 20%, mentre il nucleare ha visto una crescita del 4%. Il gas naturale, sebbene stabilizzato, continua a giocare un ruolo significativo nel mix energetico globale.

Le emissioni totali di gas serra mondiali, includendo gli effetti del metano e del flaring, hanno superato per la prima volta i 40 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente, un numero che dovrebbe far riflettere profondamente sulla direzione che stiamo prendendo. Come ha sottolineato Nick Wayth, amministratore delegato dell’Energy Institute, i dati suggeriscono che la transizione energetica globale “non è nemmeno iniziata”, una considerazione che mette in luce il divario tra le nostre ambizioni e la realtà attuale.

Questo paradosso rivela una verità scomoda: la crescita delle energie rinnovabili, per quanto impressionante, sta attualmente servendo più ad integrare che a sostituire i combustibili fossili nella nostra crescente domanda energetica. È come se stessimo aggiungendo un piano a un edificio già instabile, invece di ricostruirne le fondamenta.

Il Fattore Foreste in Diminuzione

Il rapporto tra alberi e anidride carbonica rappresenta un altro aspetto critico della nostra sfida climatica, con implicazioni che vanno ben oltre la semplice perdita di vegetazione. Come evidenziato dal professor Stefano Mancuso dell’Università di Firenze, il nostro pianeta ha subito una trasformazione drammatica: da 6.000 miliardi di alberi 12.000 anni fa, siamo scesi a circa 3.000 miliardi oggi. Ancora più allarmante è il fatto che due terzi di questa perdita è avvenuta solo negli ultimi due secoli, coincidendo con l’accelerazione dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione.

Il rapporto Dasgupta ha messo in luce le conseguenze devastanti di questa perdita sulla biodiversità: dal 1970 ad oggi, la popolazione animale globale si è dimezzata. Gli anfibi, particolarmente sensibili ai cambiamenti ambientali, hanno subito una riduzione del 91%. Un dato ancora più sorprendente riguarda gli uccelli: l’80% della popolazione aviaria globale è oggi costituita da pollame allevato dall’uomo, un chiaro indicatore dello squilibrio nei nostri ecosistemi.

Il fisico Antonino Zichichi offre una prospettiva importante su questo tema, ricordandoci che l’effetto serra non è di per sé un fenomeno negativo: ci regala 33 gradi di temperatura media in più, rendendo la Terra abitabile invece di un pianeta ghiacciato a -18°C. Tuttavia, l’attuale squilibrio nei livelli di CO2 minaccia di trasformare questo benefico effetto in una minaccia per la nostra sopravvivenza.

L’Indebolimento della Capacità di Assorbimento del Carbonio

Le misurazioni dell’Osservatorio Mauna Loa delle Hawaii hanno rivelato un dato allarmante: nel 2023 le concentrazioni di carbonio atmosferico sono aumentate dell’86% rispetto all’anno precedente, il più alto incremento da quando è iniziato il monitoraggio nel 1958. Questo aumento drammatico non può essere spiegato solo dall’incremento delle emissioni da combustibili fossili, che è stato relativamente modesto (+0,6%).

Philippe Ciais, del Laboratorio francese per le scienze climatiche e ambientali, ha fornito una spiegazione dettagliata: il 30% di questo declino nella capacità di assorbimento è stato causato dal caldo estremo del 2023. Le conseguenze sono state devastanti: enormi incendi boschivi in Canada e una grave siccità in parti cruciali della foresta pluviale amazzonica. Per dare un’idea della scala del problema, gli incendi canadesi hanno rilasciato nell’atmosfera una quantità di carbonio equivalente alle emissioni totali di combustibili fossili del Nord America.

L’Amazzonia, tradizionalmente uno dei più importanti pozzi di carbonio del pianeta, sta mostrando segni preoccupanti di cedimento. Alcune regioni stanno passando dall’essere assorbitori netti di carbonio a diventare fonti di emissioni, un cambiamento che potrebbe avere conseguenze catastrofiche per il clima globale. Gli attuali modelli climatici potrebbero persino sottostimare la velocità e l’impatto di questi eventi estremi sul degrado delle cruciali riserve di carbonio del pianeta.

L’Innovazione Offre Speranza: La Soluzione Limenet

In questo scenario complesso, emerge una storia di innovazione e speranza dall’Italia. Limenet, fondata nel 2023 da Stefano Cappello, rappresenta un esempio straordinario di come la tecnologia possa offrire soluzioni concrete alla crisi climatica. La storia di Cappello è emblematica: da ingegnere presso Leonardo, dove si occupava di tecnologie aeronautiche, ha scelto di dedicarsi completamente alla ricerca di soluzioni per il cambiamento climatico, arrivando letteralmente a vivere nel suo furgone tra Varese e La Spezia durante i primi esperimenti.

La tecnologia sviluppata da Limenet è tanto innovativa quanto promettente. Il processo si articola in più fasi, partendo da materia prima calcarea, che trattata chimicamente e fisicamente, rimuove nei vari step di processo anidride carbonica, generando alla fine bicarbonato di calcio che viene disperso in acqua marina, dove può rimanere stabile per oltre diecimila anni.

La tracciabilità del processo è garantita dall’utilizzo della blockchain: ogni passaggio viene registrato su database decentralizzati, garantendo una trasparenza totale. I primi test, condotti al Centro di Supporto e Sperimentazione Navale della Marina Militare italiana a La Spezia, in collaborazione con il Politecnico di Milano e l’Università di Genova, hanno già prodotto risultati promettenti: 150 kg di bicarbonato di calcio, rappresentando le prime emissioni negative certificate.

L’ambizione di Limenet è considerevole: entro cinque anni, l’azienda punta a costruire impianti capaci di rimuovere centinaia di migliaia di tonnellate di CO2 annualmente. L’obiettivo finale è la standardizzazione di un impianto da 500.000 tonnellate, che permetterebbe una serie di installazioni su scala globale. Il progetto ha già attirato l’attenzione degli investitori, raccogliendo due milioni di euro da fondi specializzati come Aither e Core Angels Climate.

La visione di Cappello va oltre i numeri: vuole costruire una soluzione scalabile ed efficace per affrontare quella che definisce una sfida epocale. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, serviranno investimenti annuali prossimi ai mille miliardi di dollari per la rimozione dell’anidride carbonica, e Limenet si posiziona per essere parte di questa soluzione globale.

La convergenza di questi sviluppi dipinge il quadro di un mondo a un punto critico. Le sfide che affrontiamo sono immense, ma le innovazioni tecnologiche e la crescente consapevolezza pubblica offrono concrete vie d’uscita. Il successo di soluzioni come Limenet, combinato con la continua crescita dell’energia rinnovabile, suggerisce che, sebbene il tempo stringa, abbiamo gli strumenti e le conoscenze per affrontare la crisi climatica.

Il messaggio finale è chiaro: dobbiamo accelerare drasticamente la transizione energetica, passando dal semplice aggiungere energia pulita alla sostituzione attiva dei combustibili fossili. Contemporaneamente, dobbiamo supportare e ampliare soluzioni innovative per la cattura del carbonio come quella proposta da Limenet. I prossimi anni saranno decisivi per determinare se riusciremo a invertire la tendenza del cambiamento climatico e creare un futuro sostenibile per le generazioni future. La tecnologia e l’innovazione ci offrono gli strumenti; sta a noi utilizzarli con la necessaria urgenza e determinazione.

Fonti

https://www.today.it/speciale/game-changer/limenet-converte-anidride-carbonica-in-risorsa-marina-sostenibile.html

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