L’idrogeno verde nel 2025: tra sfide globali e nuove opportunità

Nel panorama della transizione energetica globale, l’idrogeno verde continua a emergere come una delle soluzioni più promettenti per la decarbonizzazione. La sua peculiarità di produrre solo vapore acqueo durante la combustione lo rende un candidato ideale per decarbonizzare i settori “hard to abate”, ovvero quelli in cui è più difficile abbattere le emissioni di CO2. In un momento in cui l’urgenza della crisi climatica richiede soluzioni concrete e scalabili, l’idrogeno verde si propone come vettore energetico capace di rivoluzionare interi settori industriali. Tuttavia, il settore si trova attualmente in una fase cruciale, caratterizzata da sfide significative ma anche da importanti progressi tecnologici e investimenti strategici.

Il divario tra ambizioni e realtà

Il quadro attuale dell’idrogeno verde presenta una situazione paradossale che merita un’analisi approfondita. Nonostante rappresenti una componente fondamentale per il futuro dell’energia pulita, solo il 5% dell’idrogeno prodotto globalmente può essere classificato come “verde”. Il restante 95% deriva ancora da combustibili fossili, principalmente gas naturale e carbone, una realtà che contrasta nettamente con le ambizioni dichiarate da governi e aziende a livello mondiale. Uno studio recente pubblicato su Nature ha messo in luce un preoccupante divario tra le ambizioni e la realtà implementativa: dei 4,3 gigawatt di nuova capacità previsti tra il 2021 e il 2023, solo 0,3 GW sono stati effettivamente realizzati, rappresentando appena il 7% delle infrastrutture annunciate. Questo dato è particolarmente allarmante considerando che nessuno dei progetti annunciati nel 2021 è stato completato nei tempi previsti, con l’86% che ha subito ritardi significativi e il 14% che è stato completamente abbandonato. Questi ritardi non sono casuali ma riflettono sfide strutturali del settore, dalla complessità tecnologica alle difficoltà di finanziamento, passando per le incertezze normative che ancora caratterizzano il mercato.

A diagram of a graph

AI-generated content may be incorrect.

Innovazioni tecnologiche promettenti

Sul fronte tecnologico, il settore sta vivendo una fase di particolare fermento, con innovazioni che potrebbero rivoluzionare l’economia dell’idrogeno verde. Una svolta significativa è arrivata da un recente studio pubblicato su Energy & Environmental Science, dove un gruppo di ricercatori del consorzio ANEMEL ha sviluppato un innovativo catalizzatore per l’elettrolisi dell’acqua che non richiede l’utilizzo di metalli preziosi come il platino. Questa scoperta rappresenta un punto di svolta potenziale per l’intero settore, poiché affronta uno dei principali ostacoli alla diffusione massiva dell’idrogeno verde: il costo dei materiali. Il nuovo catalizzatore, basato su nichel e molibdeno, elementi molto più abbondanti e economici del platino, ha dimostrato prestazioni paragonabili o superiori ai catalizzatori tradizionali, operando stabilmente a densità di corrente fino a 3 A/cm². La tecnologia si basa su un processo di elettrodeposizione che consente di far crescere direttamente il catalizzatore su un supporto conduttivo, semplificando il processo produttivo e riducendo ulteriormente i costi. I ricercatori hanno osservato una riorganizzazione della superficie del catalizzatore, con atomi di molibdeno che migrano in superficie contribuendo alla reazione di scissione dell’acqua, un fenomeno che migliora l’efficienza complessiva del processo. Questa innovazione non solo promette di ridurre drasticamente i costi di produzione, ma offre anche significativi vantaggi ambientali eliminando la necessità di estrarre e lavorare metalli preziosi rari.

Investimenti e iniziative governative

Il panorama degli investimenti pubblici nel settore dell’idrogeno verde sta vivendo una fase particolarmente dinamica, con l’Europa in prima linea. La Spagna si è distinta con un piano di investimenti particolarmente ambizioso, stanziando quasi 2 miliardi di euro per sostenere la filiera dell’idrogeno verde. Questo piano comprende 1,32 miliardi destinati al finanziamento delle hydrogen valley spagnole e ulteriori 400 milioni per sostenere progetti che, pur avendo ricevuto valutazioni positive dalla Commissione Europea, non sono stati selezionati nella prima asta della European Hydrogen Bank. L’iniziativa spagnola non si limita al sostegno finanziario diretto, ma include anche lo sviluppo di infrastrutture strategiche come il progetto H2Med, un idrogenodotto che collegherà Spagna e Germania passando attraverso la Francia, creando il primo grande corridoio continentale per l’energia verde. Il governo spagnolo prevede che, grazie a queste iniziative, il paese sarà in grado di esportare verso i partner europei 2 milioni di tonnellate di idrogeno all’anno, posizionandosi come hub strategico per l’idrogeno verde nel continente. Questi investimenti pubblici stanno creando un effetto catalizzatore, attirando ulteriori investimenti privati e stimolando l’innovazione nel settore.

Sviluppi nel settore privato

Il settore privato sta dimostrando un interesse crescente nell’idrogeno verde, con iniziative che spaziano dalla produzione alla distribuzione. Un esempio emblematico è la recente partnership strategica tra Snam, leader europeo nelle infrastrutture energetiche, e ACWA Power, la più grande società privata di desalinizzazione dell’acqua al mondo. Questa collaborazione mira a sviluppare una catena di fornitura completa di idrogeno verde dall’Arabia Saudita all’Europa, includendo la valutazione di un terminale di importazione dell’ammoniaca in Italia per facilitare la consegna attraverso il SoutH2 Corridor, un corridoio di 3.300 km che raggiungerà l’Europa centrale. Negli Stati Uniti, HFI Energy Systems ha annunciato un progetto pionieristico per un parco energetico da 500 MW in Montana, che integra tecnologie eoliche innovative con elettrolisi e stoccaggio. Il progetto si distingue per l’ambizioso obiettivo di produrre idrogeno verde a meno di $2/kg, una soglia che renderebbe questa fonte energetica competitiva con i combustibili fossili. Il parco includerà anche la produzione in loco di turbine eoliche ed elettrolizzatori, creando un hub industriale completo per l’energia pulita. Questi sviluppi dimostrano come il settore privato stia adottando approcci sempre più integrati, che combinano produzione, stoccaggio e distribuzione in progetti di scala industriale.

Sfide e prospettive future

Nonostante i progressi significativi, il settore dell’idrogeno verde deve ancora superare ostacoli considerevoli per raggiungere una diffusione su larga scala. Il principale rimane il costo di produzione, che in alcune regioni supera ancora i $10 per chilogrammo, rispetto ai $1-3 per chilogrammo dell’idrogeno grigio prodotto da combustibili fossili. Questa disparità di costo rappresenta una barriera significativa all’adozione commerciale, soprattutto in assenza di meccanismi di carbon pricing adeguati. Un altro ostacolo critico è la mancanza di accordi di acquisto a lungo termine (off-take), che riflette una certa esitazione del mercato a impegnarsi su questa tecnologia. Questa situazione crea un circolo vizioso: senza garanzie di acquisto, è difficile ottenere finanziamenti per nuovi progetti, e senza progetti su larga scala, è difficile raggiungere le economie di scala necessarie per ridurre i costi. Tuttavia, le proiezioni per il 2030 rimangono ottimistiche, con 422 GW di capacità annunciata globalmente. Esperti del settore suggeriscono che la chiave per sbloccare questo potenziale risiede in un approccio politico più strutturato, che combini misure di stimolo alla domanda con una progressiva transizione dai sussidi ai meccanismi di mercato.

L’idrogeno verde si trova quindi in un momento decisivo del suo sviluppo, con il 2025 che si profila come un anno cruciale per dimostrare la scalabilità e la sostenibilità economica di questa tecnologia. Mentre le sfide tecniche ed economiche persistono, l’accelerazione degli investimenti pubblici e privati, unita ai progressi tecnologici significativi come i nuovi catalizzatori privi di metalli preziosi, suggerisce che il settore potrebbe essere vicino a un punto di svolta. Il successo futuro dipenderà dalla capacità di tradurre gli ambiziosi annunci in progetti concreti, supportati da un quadro normativo stabile e da meccanismi di mercato efficaci. L’emergere di progetti su larga scala come il parco energetico del Montana e le iniziative europee come H2Med, dimostrano che la volontà di investire nel settore rimane forte. La chiave sarà bilanciare gli incentivi pubblici con lo sviluppo di un mercato sostenibile a lungo termine, garantendo che l’idrogeno verde possa svolgere il ruolo cruciale che gli è stato assegnato nella transizione energetica globale.

Fonti

https://asvis.it/notizie/2-23078/il-problema-dellidrogeno-verde-troppo-divario-tra-ambizioni-e-realta

https://www.reuters.com/sustainability/climate-energy/latin-america-gears-up-clean-hydrogen-boom-road-is-not-smooth-2024-10-04/?utm_source=chatgpt.com

https://hydronews.it/il-governo-spagnolo-stanzia-quasi-2-miliardi-di-euro-per-nuove-misure-a-sostegno-dellidrogeno-verde/

https://notizie.tiscali.it/scienza/articoli/idrogeno-verde-catalizzatore-pgm-free/#google_vignette

https://www.borse.it/news/snam-firmato-con-acwa-power-firmano-un-mou-per-lidrogeno-verde-e-lammoniaca

https://www.wyconi.com/2025/02/11/hfi-energy-systems-announces-exclusive-agreement-to-develop-500-mw-green-hydrogen-energy-park-whitehall-montana-usa/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *