La Francia vieta l’uso di PFAS per 3 categorie di beni
Giovedì 20 febbraio il Parlamento francese ha approvato in via definitiva una delle leggi più ambiziose sui PFAS, i cosiddetti “inquinanti eterni”.
Per proteggere la popolazione dai rischi legati alle sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (PFAS) in Francia a partire dal 2026 sarà vietata la “fabbricazione, l’importazione, l’esportazione e l’immissione sul mercato” di tre categorie di beni contenenti PFAS: cosmetici, cera per sport invernali e prodotti tessili per l’abbigliamento, comprese le calzature.
Il divieto si estenderà ulteriormente nel 2030, includendo “qualsiasi prodotto tessile” contenente queste sostanze, a eccezione degli indumenti protettivi utilizzati da militari e vigili del fuoco, che restano però tra le categorie più esposte, sia attraverso le tute impermeabili sia con l’impiego di schiume antincendio.
Il ban francese con deroga per gli utensili da cucina
Il testo, promosso dal deputato ambientalista Nicolas Thierry, è stato accolto con 231 voti favorevoli e 51 contrari, principalmente espressi dai parlamentari del Raggruppamento nazionale (Resemblement National) guidati da Bardella e da alcuni rappresentanti della destra.
Nessuna restrizione invece per gli utensili da cucina contenenti PFAS, nonostante esistano alternative. Come riporta il giornale francese Libération, secondo molti osservatori a causa della fortissima pressione dell’importante gruppo industriale gruppo Seb, proprietario del brand di accessori per cucina e piccoli elettrodomestici Tefal, lo scorso aprile i dipendenti erano stati spinti a mobilitarsi su appello della loro direzione per chiedere il ritiro della proposta di legge.
“L’inquinamento da PFAS è lo scandalo sanitario dell’inizio del Ventunesimo secolo, al pari dell’amianto e del clordecone [insetticida obsoleto alla base del DDT, nda]”, aveva commentato qualche giorno prima del voto in un’intervista a Vert il deputato Thierry, che dopo il voto ha ricordato che “l‘adozione di questo disegno di legge è il risultato di due anni e mezzo di lavoro instancabile, durante i quali abbiamo dovuto superare numerosi ostacoli e argomentazioni fallaci costruite da un certo numero di lobby industriali”.
Questa vittoria politica è diventata inaspettatamente realtà. Abbiamo appena rotto un silenzio, perché dietro ci sono vite e famiglie che soffrono una negazione collettiva intorno alla contaminazione del nostro ambiente e per loro dobbiamo continuare la lotta”.
Una delle misure più rilevanti della legge riguarda il monitoraggio obbligatorio della presenza di PFAS nelle acque potabili, comprese quelle in bottiglia, con la pubblicazione annuale dei risultati da parte delle autorità sanitarie. Mentre l’Unione Europea ha già fissato limiti per 20 diverse sostanze da rispettare entro il 2026, la nuova legge francese amplia il campo d’azione includendo anche l’acido trifluoroacetico (TFA), una delle molecole più piccole della famiglia dei PFAS.
La contaminazione in Europa di PFAS
Utilizzati sin dagli anni Quaranta, i PFAS sono impiegati in numerosi settori industriali e di consumo per le loro proprietà uniche, che li rendono resistenti ad acqua, grassi e alte temperature. Si trovano in prodotti come piatti di carta, padelle antiaderenti, imballaggi alimentari, tessuti, tappeti, pellami, elettronica e schiume antincendio. Una diffusione che ha delle conseguenze.
L’Agenzia europea per l’ambiente (AEA) il 9 dicembre 2024 ha rilasciato la sua prima panoramica sull’inquinamento da PFAS nelle acque europee. Sulla base dei dati del 2022 provenienti da circa 1.300 siti di monitoraggio in Europa, il 59% dei siti nei fiumi, il 35% dei siti nei laghi e il 73% dei siti nelle acque di transizione e costiere hanno superato i limiti.
Secondo un’inchiesta Forever Pollution Project – un progetto di giornalismo investigativo europeo coordinato dal quotidiano francese Le Monde in collaborazione con 46 giornalisti di 16 paesi, inclusa l’Italia – i siti contaminati in tutta Europa sarebbero circa 23mila, una stima che per il Centre national pour la recherche scientifique (CNRS) non offre ancora quadro esaustivo dell’inquinamento da PFAS.
La Francia è diventata il secondo paese europeo, dopo la Danimarca, a vietare i PFAS in alcuni beni di consumo.
March 3, 2025 at 07:09PM
Simone Fant